Multiculturalismo peloso

L’epopea del multiculturalismo pare essere un pò a fine corsa. Era l’utopia per la quale tutto poteva convivere con tutto a prescindere. L’idea per la quale la capacità elastica delle democrazie europee (per gli USA il discorso è diverso) di reggere al suo interno anche chi quella democrazia non la vuole e non l’accetta.
Un’autentica moda imperante, questa teoria che si infrange di fronte al buon senso e alla teoria delle probabilità.
E chiunque osava dire qualcosa di diverso era automaticamente un intollerante.
Ora qualcosa sta cambiando persino nel nostro Paese. Rimane fermo il pricipio base della convivenza e della tollerenza, ma molti si rendono ora conto che non è possibile rinunciare alla propria cultura, stili di vita (possibilmente virtuosi), professione religiosa e politica (naturalmente secondo le regole laiche di uno Stato) perchè alcune religioni di nuovi immigrati non tollerano che altri possano fare scelte diverse. Vi sono regole generali da rispettare e vi sono rispetti dovuti per culture che in queste lande bene o male rappresentano ancora un vivere comune da almeno 2000 anni. Si può non essere interessati, è lecito. Ma non si può rifiutare che quelle siano le regole maggioritarie e come tale si debba accettare che possano essere seguite.
Se esiste intolleranza e questa intolleranza crea deviazione o alienazione sociale, chi si comporta così può tranquillamente scegliere di vivere altrove.
Faccio un esempio banalissimo ma chiaro.
La mensa scolastica e la carne di maiale. Se qualcuno non la vuole o può mangiare è giusto che abbia un’alternativa. Però neppure si può pretendere che non venga servita tout court in nome delle sensibilità. Se una cultura dominante (in termini numerici) che non è impositiva o aggressiva ma tollerante, e ha degli usi non si può pretendere in alcun modo che siano censurati perchè è evidente che sarebbe un’imposizione. Se non va bene, si può sempre andare a vivere da un’altra parte perchè anche questa alla fine è una scelta libera.
(E per pietà non parlo del principio di reciprocità).

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