Immigrazione: il limite del 2,5 per mille vale in tutta Italia. Tranne che a Varazze.

Immigrazione: tutti i sindaci d’Italia, rossi, blù o arancioni che siano  (tranne forse Ioculano di Ventimiglia, l’enfant prodige del PD locale che si è autodistrutto politicamente due anni fa) hanno come riferimento 2,5 per mille come  numero di immigrati economici  che possono essere ospitati  nei Comuni italiani in rapporto alla popolazione residente. Se ci fate caso, le polemiche vertono comunque sempre sul limite massimo del 2,5 per mille. Qualche settimana fa quando si fece notare che Varazze veleggiava, con un comportamento assolutamente passivo, al 7,5 per mille, fu imbastita una conferenza stampa con la Giunta al completo che spiegava che il limite del 2,5 per mille non contava.

Non valeva proprio.

Genova, con il nuovo sindaco ha annunciato che non intende superare la quota del 2,5 per mille.

Noi sommessamente facemmo presente che tale limite,  era frutto di un accordo formale tra ANCI (associazione dei Comuni) e il Ministero dell’Interno. Allora delle due una: o tutti i sindaci d’Italia sono presi per il naso e Varazze è sempre avanti e precorre i tempi, o forse quel limite che abbiamo superato di quasi tre volte vale eccome, e a coprirsi dietro la foglia di fico è il sindaco di Varazze.

Anche perché siamo a quasi 300.000 euro di costi (si dice…)  sulle casse comunali (di cui solo una parte rientrerà)  e dunque è corretto che per lo meno i cittadini ne siano informati in modo trasparente. Perché se è trasparente solo ciò che interessa al Sindaco, non è più trasparenza.

E se rispettassimo il limite del 2,5 per mille sulle quote di immigrazione, magari questi 300.000 euro sarebbero un po’ di meno,  con  più risorse disponibili per il settore sociale.

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