Turismo. Sicuramente una stagione quasi irripetibile. Tempo sempre bello, perdurare delle tensioni politiche extra UE che rende più difficili alcune tradizionali mete del Mediterraneo e non solo. Molte, dunque, le condizioni che hanno gonfiato i numeri delle presenze in Italia e anche sulla nostra Riviera. Bene. Occorre però un’analisi precisa perché in realtà, non è tutto oro quello che luccica. Capire meglio quale turismo c’è stato e quale le sue dinamiche è oggi fondamentale. Se si pensa che siano tornati i tempi delle “vacche grasse” a prescindere, vista la situazione internazionale, si potrebbe fare un errore grossolano.
A Varazze le dinamiche sono state molto più differenziate di quello che si possa pensare e diremmo da quello che si pensa negli alti scranni di Viale Nazioni Unite. Sono state fatte delle scelte, ma bisogna capire meglio se queste scelte si sono rivelate corrette. Per avere turismo non basta avere masse di persone. Il fenomeno del turismo porta ai risultati finali sulla base di vari fattori: la spesa pro-capite dei turisti/visitatori, della reputazione di un luogo e della gestione dell’immagine nel medio-lungo periodo, dei piani di sviluppo e sopratutto della coerenza tra le azioni e i piani (se ci sono) che sono stati definiti.
Quali sono questi piani? O meglio ci sono? Abbiamo scritto che delle scelte sono state fatte, ma non è chiaro se consapevolmente vanno in una direzione prescelta e quale è questa direzione prescelta. Ovviamente siamo contenti che alcune categorie imprenditoriali e commerciali abbiano lavorato bene. Ma purtroppo non basta. E se si pensa che basti, si fa un errore grossolano. Urgono approfondimenti.
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