Oggi inizia il primo vero fine settimana di vacanza post fase 2. Il problema non sono i lombardi o i burgundi, lo dico subito anche perché in Liguria siamo messi “meno peggio” ma neanche tanto. Dunque, nella sostanza siamo tutti nella stessa barca. Il problema è che si tratta di una barca strettissima con 10.000 residenti e 20-25.000 turisti solo a Varazze. Il tutto in uno spazio oggettivamente ristretto, in una fascia territoriale lunga (prospettiva mare) 3 km e larga 1km. Strutture sanitarie solo pubbliche e già profondamente segnate nel gestire l’emergenza passata con i pochi abitanti residenti che hanno margini di operatività tarati a mala pena sui residenti.
La cosa vale per Varazze ma anche per Loano, Pietra, Finale tutti quelle città che hanno queste caratteristiche di altissima densità e turisti provenienti dalle zone più critiche (Lombardia, Piemonte). Città che hanno bisogno di circa il 20% di PIL che gli proviene dal turismo (il dato è quello).
Speriamo dunque, se mai vi fosse un problema (leggasi focolaio) che il piano B sia stato scritto e sia pronto.
Se invece non c’è come penso, non resta che sperare che il virus sia stanco e meno aggressivo, che la gente sia scrupolosa anche quando ammassata sulla passeggiata, nei super mercati ecc. e che tutti si comportino con buonsenso e attenzione.
Siamo dunque, qui molto più che altrove, nella condizione di sperare che tutti mostrino rispetto e attenzione anche in un contesto – quello estivo e vacanziero – dove umanamente si tende a rilassarsi ed abbassare la guardia.
Al momento alternative non ve ne sono.
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