A Varazze il PD si autoesclude dal Governo

A Varazze il PD il Partito Democratico ha sempre avuto una maggioranza legata alla destra del partito ovvero quella che, seppure con differenze enormi culturali e politiche, si riteneva più vicina al PSI dell’epoca e dunque ad un approccio “riformista” della società.

I tempi cambiano. Ieri si è conclusa la fase congressuale per il Congresso nazionale del PD che prevedeva che gli iscritti al PD si esprimessero a favore di uno dei candidati segretari e in particolare Bonaccini attuale presidnete della Regione Emilia-Romagna esponente dell’ala riformista e Schlein esponente dell’ala radicale che propugna alleanze con l’avvocato del popolo Conte.

In Liguria, unica regione d’Italia ha vinto alla conta (poco più di 4000 votanti in tutta la Liguria) la Schlein ma ancora più a sorpresa la deputata ha vinto persino nella sezione di Varazze.

La politica di Schlein è una politica radicale e intransigente che insegue il mondo del M5S e paraggi, e che automaticamente esclude lo stesso PD da ogni possibilità reale di poter raggiungere una maggioranza e governare un qualche ente.

Una scelta radicale, del muro contro muro che indica la rinuncia di fatto anche dei dirigenti del PD locale a voler tentare di governare la città raggrumando e coalizzando forze diverse.

Un de profundis del riformismo (ne esiste uno di destra ma ne esiste anche uno di sinistra) varazzino che impressiona e detta la svolta: un’autoclausura che chiude quel poco che era rimasto della sinistra in un recinto che interessa si e no al 15% dell’elettorato italiano e varazzino, e che costringe il PD stesso ad ancella di un movimento che rimane un problema per la democrazia italiana come il M5S.

Una scelta sostanzialmente suicida che sicuramente porterà dei risultati: quello di guardare altri governare. Una scelta evitata all’ultimo momento da esponenti liguri come Benifei, euro deputato che con il cuore avrebbe voluto Schlein ma che la carriera (a livello nazionale vincerà Bonaccini) dopo lunghi calcoli lo ha portato controvoglia in casa Bonaccini.

La scelta legittima ma probabilmente poco realistica di una parte del PD ligure, forse parte proprio dalla constatazione dell’incapacità fisiologica del proprio schieramento a proporre qualcosa di sensato, fattibile, serio in una parola riformista per il bene della città.

Bisogna girare pagina e prenderne atto. La politica è anche questo.

1 Commento

  1. La sua analisi del PD varazzino non è completa e non è aderente alla realtà. Alle penultime elezioni comunali il gruppo “dirigente” della locale sezione aveva sostenuto con forza il candidato Bozzano, forse memori che lo stesso aveva iniziato la carriera politica nel psi anche se ora dopo vari “salti della quaglia” gravità nel centrodestra insieme a Toti & c. Quindi all’ epoca la nomenklatura aveva preferito a prescindere una scelta di “governo” piuttosto che rimanere fedele ai propri principi.
    Alle ultime elezioni comunali invece la sezione locale del PD era spaccata tra Pierfederici e Ghigliazza, due visioni diverse della politica locale, con il primo evidentemente in continuità con Bozzano.
    I risultati in percentuale del PD locale non lasciano immaginare che il partito potrà essere determinante per le prossime elezioni comunali quando ci saranno, indipendentemente dalla scelta del segretario nazionale.
    A livello locale l’attuale sezione PD non è un interlocutore capace di dare risposte alle problematiche che storicamente interessano il suo elettorato.

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