La normativa sugli affitti brevi turistici, fenomeno in rapida crescita in città come Varazze, subirà un’importante svolta a partire dal 1° gennaio 2025, data in cui entreranno in vigore nuove regole più stringenti. Tra i principali obblighi previsti:
- Codice identificativo nazionale (CIN): obbligatorio per ogni locatore.
- Registrazione degli affittuari: i dati dovranno essere inviati telematicamente alla Questura entro 24 ore dal check-in (o entro lo stesso giorno per soggiorni di una sola notte).
- Riscossione della tassa di soggiorno: per i Comuni in cui è prevista, come Varazze.
Questo ultimo aspetto, in particolare, genererà un aumento delle entrate destinate al bilancio comunale, con risorse che per legge devono essere reinvestite in iniziative e servizi turistico-culturali.
Ma come usare al meglio queste risorse? A Varazze è necessario ripensare gli investimenti legati alla tassa di soggiorno per rispondere meglio alle esigenze di turisti e cittadini. Ecco alcune idee:
- Eventi diffusi e sostenibili
Oggi una parte significativa delle risorse viene destinata a grandi concerti estivi che, in poche ore, consumano circa il 25% del budget annuale. Questo approccio, figlio di una visione anni ’80, appare sempre meno adeguato al target turistico di Varazze. Sarebbe invece preferibile puntare su:- Programmi di eventi distribuiti nel tempo e nel territorio.
- Eventi riconoscibili, ripetibili e che generino un valore continuativo.
- Valorizzazione della cultura
Secondo l’ISTAT, ogni euro investito in promozione culturale genera un indotto di 3,2 euro. È quindi fondamentale destinare parte delle risorse della tassa di soggiorno a:- Eventi culturali di qualità, pensati per turisti e residenti.
- Progetti esperienziali, che creino un legame autentico con il territorio.
Puntare su cultura e formazione non è solo una scelta turistica, ma un passo decisivo per costruire una comunità più consapevole, capace di pensare in autonomia e valorizzare le proprie risorse collettive. Occorre una visione strategica: meno eventi mordi e fuggi, più progetti che lascino un segno duraturo, valorizzino la cultura e rafforzino l’identità di Varazze come destinazione turistica di qualità.
Pienamente daccordo circa la necessità di ripensare gli interventi da attuare con i proventi dell\’imposta di soggiorno, vorrei tuttavia puntualizzare le premesse.
-esiste già da alcuni anni l\’obbligo di comunicare alla Regione la destinazione di un alloggio ad affitto turistico breve (inferiore a 30 giorni). Viene rilasciato un codice identificativo regionale (CITRA)
-già da alcuni anni i gestori di appartamenti ammobiliati ad uso turistico (AAUT) hanno l\’obbligo di comunicare alla Questura per via telematica i dati delle persone ospitate.
-già da alcuni anni i gestori di questi alloggi hanno l\’obbligo di versare l\’imposta di soggiorno dove è prevista: a Varazze lo è.
La novità sarebbe che il codice identificativo non sarà più regionale ma nazionale.
Ciò premesso ritengo molto ma molto improbabile, stando così le cose, che le risorse da destinare a manifestazioni di buon livello possano aumentare.
A meno che non si intenda, una buona volta, allargare la base dei soggetti obbligati al versamento dell\’imposta di soggiorno a dimensioni…decenti
Nella seduta di consiglio comunale del 16 maggio il Sindaco ha affermato che a Varazze ci sono DIECIMILA abitazioni secondarie (seimila abitazioni primarie).
Quanti aono i codici regionali rilasciati ?
Non si può sapere: il dato à secretato. Non è consentito sapere quante sono le abitazioni destinate all\’affitto turistico breve. Su questo punto si potrebbero fare infinite considerazioni: ma questa è un\’altra storia.
Grazie delle puntuali precisazioni