Autostrada A26: mettetevi comodi. Pagate. Il meglio arriva.

Mettetevi comodi. Pagate. Il meglio arriva.

Cari lettori, mettetevi comodi e preparate il popcorn, perché non stiamo per lamentarci dei soliti aumenti dei pedaggi autostradali in Liguria. No, oggi parliamo del magico mondo delle pseudo-autostrade, dove anche i miracoli ingegneristici più lenti del pianeta sembrano correre come Bolt.

Ieri, senza nemmeno arrossire, ecco l’aumento dell’1,8% dei pedaggi per tutti noi “fortunelli” che ogni giorno rischiamo la vita su questo nastro d’asfalto che di autostrada ha solo il nome. Ah, i turisti! Loro, per fortuna, si godono questa roulette russa asfaltata solo d’estate. Noi, invece, per 365 giorni l’anno, ci deliziamo con corsie di emergenza trasformate in terze corsie, perfette per bloccare ambulanze e mezzi di soccorso. Adorabile, vero?

Che sia A26 o A10, poco importa: da cinque anni (sì, cinque) siamo testimoni di “lavori” che avanzano al ritmo di un bradipo in letargo post-pranzo di Natale. Le luci accese nei cantieri 24 ore su 24 sono un rimedio consolidato alle proteste, una furbata estiva di qualche esperto di comunicazione onestamente geniale. Ah, non fatevi ingannare: sono lì anche per convincerci che il cantiere in estate o in inverno non chiede mai e “Autostrade per l’Italia lavora per voi”.

Se poi avete avuto il privilegio di percorrere il tratto A26 tra Voltri e Ovada, avrete notato il capolavoro: gallerie che sembrano uscite da un film post-apocalittico e “modernizzazioni” che dureranno solo un decennio così come dichiarato recentemente dai dirigenti ministeriali nell’indifferenza o meglio rassegnazione assoluta. Giusto per darvi un’idea, in 10 anni in altre parti del mondo costruiscono intere autostrade. Qui, invece, stiamo ancora decidendo dove mettere il “bruco” che posiziona i jersey di cemento permaneti.

Ah, ma la vera magia arriva il 7 gennaio: dopo la pausa natalizia, durante la quale i cantieri sono stati rimossi per non scoraggiare i turisti, tornano con doppia potenza per massacrare pendolari e trasportatori. “Avete finito di riposarvi? Bene, ecco 5 km di coda! Ovviamente paganti, grazie!”

È un po’ come essere costretti a guardare un film orribile al cinema, e all’uscita qualcuno ti chiede di pagare il biglietto due volte. Surreale, no? Ma tranquilli, qui va tutto bene. Nessuno si lamenta troppo, tanto ormai siamo abituati a considerare il tragitto Varazze-Milano in due ore un colpo di fortuna degno di una lotteria condito da pedaggi esorbitanti per avere il diritto a stare in coda.

Una condizione insostenibile per i cittadini ma soprattutto per l’economia di un qualunque Paese civile.

I tempi della ristrutturazione sono fissati dallo stesso proprietario delle infrastrutture che è divenuto dopo la cacciata miliardaria dei Benetton anche gestore (Autostrade per l’Italia). Si è creata – almeno questa è la sensazione rafforzata dai tempi senza limiti effettivi e senza controllo reale – una sorta di industria permanente che non ha lacuna intenzione di chiudere per i prossimi anni.

E, per concludere, come direbbe il grande filosofo ligure A.G.: “Non è serio, ma va benissimo a tutti.”

#A26#A10#Autostrade#varazze

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