
Varazze si trova in una delle aree più boscose d’Italia, immersa nella regione ligure, famosa per il suo verde incontaminato ma anche per il costante pericolo di incendi boschivi. Noi varazzini conosciamo bene questa realtà. Gli incendi fanno parte della nostra storia e dei nostri ricordi, spesso drammatici, con episodi devastanti che hanno colpito soprattutto la zona della Madonna della Guardia, ma non solo.
Questi ultimi giorni di furibonda Tramontana hanno reso il terreno incredibilmente secco, aumentando il rischio di incendi. Lo abbiamo visto a Natale, quando un rogo si è sviluppato ad Alpicella, richiedendo l’intervento di elicotteri e aerei per due interi giorni. Il rischio non si limita alla stagione estiva: anche febbraio e marzo possono essere mesi critici, e periodi di siccità in estate o settembre creano una situazione di pericolo costante, pronta a esplodere in qualsiasi momento.
Per i turisti, vedere i canadair e gli elicotteri può sembrare quasi uno spettacolo. Ma chi vive qui sa bene che, in presenza di vento forte, come quello di Tramontana, un incendio diventa un evento pericolosissimo, capace di minacciare persone, ambiente e animali. Per chi vive in pianura, è difficile immaginare cosa significhi affrontare un incendio boschivo montano, alimentato da venti intensi: sono vere e proprie bombe pronte a esplodere, spesso senza preavviso e fuori controllo.
Il ruolo della Protezione Civile
A Varazze possiamo contare su uno straordinario gruppo di volontari anticendio della Protezione Civile. Durante l’estate, i mezzi aerei antincendio sono spesso contesi da emergenze in tutto il Paese. Tuttavia, il vero problema è il vento: un vento teso può trasformare un incendio gestibile in un mostro che divora tutto ciò che incontra.
Nel corso degli anni, si è fatto molto per migliorare il coordinamento e i mezzi di intervento, ma tanto resta ancora da fare. Alcuni progetti sono rimasti fermi al palo:
- I fondi per le opere antincendio nella zona della Madonna della Guardia, ottenuti oltre 10 anni fa, sembrano essere svaniti nel nulla.
- Il sistema di rilevazione satellitare, finanziato dalla Regione, non è mai stato implementato.
- Non sono state attuate politiche per lo sfruttamento del patrimonio boschivo, e il sottobosco resta una miccia accesa.
- Manca un sistema di controllo con videocamere che permetta di monitorare i movimenti dei piromani nei periodi più critici.
Il rischio è reale e costante
Gli incendi boschivi non sono, cari varazzini, quelli che vediamo in TV, domati con due canadair se disponibili. Qui sono una minaccia reale, che richiede risorse, uomini e politiche agricole e ambientali all’altezza della situazione. Non possiamo abbassare la guardia: se negli ultimi anni le piogge distribuite meglio hanno ridotto il numero di incendi, non possiamo illuderci che il pericolo sia scomparso. Anzi, con la diffusione di case sparse nel nostro entroterra, il rischio aumenta. E aumenta con le temperature alte del mare che riducono le brezze mitigatrici.
È necessario agire concretamente
Servono azioni immediate, non quando il danno è fatto o quando gli incendi sono già diventati incontrollabili. Ecco alcune misure che possiamo e dobbiamo adottare:
- Incrementare lo sfruttamento boschivo per mantenere il sottobosco pulito.
- Installare telecamere di sorveglianza nei punti più critici e affiggere cartelli dissuasori contro gli incendi dolosi.
- Nei momenti di massimo rischio, come durante periodi di siccità o venti forti, attivare controlli serrati e posti di blocco dissuasivi.
- Garantire la manutenzione di rive e bordi stradali, eliminando materiale secco che può alimentare un incendio.
Non aspettiamo che sia troppo tardi. Il nostro territorio è prezioso, ma vulnerabile. Agire oggi significa proteggere Varazze, il suo ambiente e le sue persone per il futuro.
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