Parliamo di giardini

Parliamo di giardini

Un tempo i giardini di Varazze erano un vero fiore all’occhiello della Riviera. Curati, ricchi di verde e fioriture stagionali, eccelevano per la presenza di agrumi e fiori. Erano il luoghi dove cittadini e turisti si incontravano, si rilassavano, vivevano la città. Oggi, purtroppo, quei giardini sono un pallido ricordo.

Non basta cambiare la data con le piantine – residuo del glorioso passato che fu – per pensare di avere attuato una seria politica del verde in città.

Ad esclusione di alcune rotonde centrali ben gestite da privati, nelle zone meno in vista è un mezzo pasticcio. Basta farsi un giro per vedere aiuole abbandonate, erba alta, arredi rotti o trascurati. In alternativa recentemente si è optato per uno stile cimiteriale con i classicissimi ciotoli bianchi tombali. Immagini che stridono con la storia e il potenziale di una città come Varazze. E in tutto questo, l’Assessore ai Giardini dov’è? Pare evidente che manca una visione, una pianificazione, e soprattutto una presenza concreta sul territorio al di fuori del centro città.

E non si tratta solo di decoro urbano. Serve una vera riqualificazione degli spazi verdi, pensata anche per le esigenze attuali della Comunità. Ad esempio, mancano completamente delle oasi canine: aree dedicate dove i nostri amici a quattro zampe possano correre e socializzare in sicurezza, senza disturbare né essere disturbati. In molte città sono una realtà da anni — a Varazze invece no.

Chi ha un cane lo sa: oggi per farlo giocare in libertà bisogna arrangiarsi, spesso in spazi non idonei e senza alcuna attrezzatura soprattutto in estate quando vige il divieto sulle spiagge. Eppure, basterebbe poco: una recinzione, una fontanella, qualche gioco, e soprattutto la volontà di ascoltare i bisogni di una parte sempre più numerosa della cittadinanza.

Eppure l’assessore Manna è in amministrazione da molti anni e l’esperienza avrebbe dovuto aiutare. Forse la questione parcheggi ancora più pasticciata porta via troppo tempo ma non può essere una scusa. Non servono promesse, servono azioni.

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