Varazze, Area retroportuale: iniziano i lavori. La chiusura di una cicatrice lunga 20 anni

In questi giorni le ruspe sono in azione nella zona retroportuale T1. Parebbe l’inizio dei lavori per la costruzione della seconda parte di palazzine che insisteranno sulla ex zona T1 posta dietro gli ex cantieri Baglietto.

Nel complesso è una buona notizia: sicuramente per i felici imprenditori (i prezzi al mq sono a Varazze per i motivi tante volte analizzati tra i più altri della Liguria) ma anche per la città. Tra un paio di anni la zona sarà sicuramente più presentabile e l’arrivo da ponente nella nostra città non sarà più una autentica mostra degli orrori.

Ci sono anche alcune considerazione da fare.

  1. il completamento del piano di costruzioni degli appartamenti (un tempo vi era una zona industriale su quelle aree e prima di tutto la storica conceria Rocca dove lavorava anche mio nonno Giuseppe Baglietto) concretizzerà per la prima volta dei servizi destinati anche all’interesse della Comunità con un riordino generale, l’inserimento di parcheggi pubblici soprattutto per i pendolari che sempre di più utilizzano i treni, una razionalizzazione del traffico
  2. Fino ad oggi, il costruttore aveva versato denaro come oneri di urbanizzazione che però come quasi sempre in questi casi, sono stati ingoiati dal calderone delle necessità “di bilancio”. Ora arrivano opere concrete e strutturali di interesse pubblico.
  3. E’ passato troppo tempo. Il difetto all’origine è stato avere concesso molti anni fa la possibilità alla società costruttice (cambiata un paio di volte) di poter iniziare i lavori a piacimento con una finestra temporale enorme che ha reso una parte importantissima di Varazze, per quasi un decennio, una landa deserta e impresentabile. L’imprenditore giustamente ha fatto i suoi interessi e in presenza (all’epoca) di un mercato immobiliare in crisi ha aspettato anni il rilancio del settore immobiliare che è arrivato. Una facoltà eccessiva quella concessa che ha comportato un costo sostanziale alla Comunità in termini di immagine e funzionalità.

Tuttavia, rimane un dubbio che non potrà essere risolto: perché l’allora amministrazione Busso e le seguenti non acquistarono l’area dal fallimento avendono la priorità e la possibilità. Sarebbe stata una svolta straordinaria per la città con l’unica vera zona pianeggiante presente a Varazze, a disposizione per progetti importantissimi.

Rimane di tutto questo “l’opzione campo sportivo” anch’esso inspiegabilmente – per gli stessi sbagliati accordi dell’epoca – posto a disposizione per un decennio dell’iniziativa imprenditoriale privata. E’ area pubblica destinata ufficialmente ad accogliere un nuovo palazzetto dello sport/eventi. Potrebbe essere una soluzione valida? Forse sì, a patto che si sappia cosa farne di quello vecchio. Due palazzetti dello sport nella piccola e sempre più vecchia Varazze non hanno davvero senso.

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