
Nei giorni scorsi è riemersa una situazione tanto anomala quanto, ormai, tipicamente varazzina: quella dei camper che, approfittando della vicinanza alla stazione ferroviaria, stazionano stabilmente nei parcheggi gratuiti limitrofi, trasformandosi di fatto in seconde case su ruote.
Molti proprietari, infatti, lasciano il proprio veicolo cabinato a Varazze anche per lunghi periodi, tornando a casa la domenica sera comodamente in treno. Il camper resta lì, in sosta gratuita, pronto a essere riutilizzato il fine settimana successivo. Una pratica che va avanti da anni, ma che evidenzia un problema ben più strutturale. La radice della questione è chiara: Varazze non ha mai avuto un’area attrezzata per i camper. Una lacuna che permette, in assenza di divieti espliciti, la sosta ovunque sia consentita. È un vuoto logistico che ha spalancato la porta a un utilizzo del territorio cittadino non regolamentato, e spesso criticato dai residenti.
A nulla sono serviti i tentativi di porre rimedio. Emblematico il progetto – ormai abortito – per la realizzazione di un’area camper nella zona del Salice: un’iniziativa rimasta incompiuta, simbolo dell’incapacità cronica di trovare una soluzione strutturata al problema. Per anni, in modo quantomeno provvisorio, fu il campo sportivo “Pino Ferro” a fungere da parcheggio non ufficiale per i camper. Una soluzione di ripiego che oggi appare quasi surreale, ma che ha rappresentato, per lungo tempo, l’unica alternativa reale a disposizione. La chiusura definitiva di quell’area a tale utilizzo, per ovvi motivi strutturali e di buon senso, ha lasciato la città senza alcuna opzione.
Oggi, come allora, Varazze si presenta dunque come un grande parcheggio libero per camper, privo di una regolamentazione efficace e di un piano d’accoglienza degno di una località turistica moderna.
Da oltre vent’anni non si è mai riusciti a creare un’area attrezzata per camperisti, un servizio ormai doveroso per una città che vive anche (e soprattutto) di turismo
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