Turismo a Varazze: molti posti, poca qualità

Turismo a Varazze: molti posti, poca qualità. Un fenomeno sempre più diffuso e non solo nella nostra città.

Negli ultimi giorni sono emersi dati che mettono in luce una realtà preoccupante: il turismo in Liguria continua a generare posti di lavoro in gran parte poco qualificati, instabili e con salari bassi.

Nel primo trimestre 2025, le nuove assunzioni in Liguria hanno registrato un calo del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il settore del turismo, del commercio e dei trasporti ha sofferto particolarmente: le assunzioni stagionali sono diminuite del 24,5%, quelle intermittenti del 20,9%.

A livello provinciale, il calo di queste assunzioni è stato marcato: Genova −13,7%, La Spezia −15,8%, Savona −20,1%.

La sensazione è che ci sia sempre meno disponibilità anche da parte della manodopera oramai rarefatta per la riduzione di giovani residenti disponibili, a prestarsi per lavori che richiedono un’altissima intensità legata al dover sfruttare i due mesi di pieno che la stagionalità turistica estiva garantisce a Varazze come in quasi tutta la Riviera (eccezione Pietra Ligure e il suo comprensorio).

Il problema è serio: questo mercato inevitabilmente non richiede professionalità elevate e restituisce precarietà; il lavoro è stagionale e no dà stabilità finanziaria per i lavoratori. Questo pesa particolarmente sui giovani, che rischiano di restare intrappolati in contratti temporanei senza possibilità di progressione e cercano altre occasione sempre più spesso altrove.

Le ricette per contrastare questo fenomeno ci sono e ne abbiamo scritto molto:

– abitazioni per giovani coppie

– creazioni di incubatori d’azienda giovanili con investimenti di struttura comunali

– rilancio dell’agricoltura di nicchia con un impegno politico

Per converso il mercato immobiliare secondo l’Osservatorio immobiliare italiano cresce. Anche qui i motivi li abbiamo scritti e analizzati centinaia di volte e non li riscriveremo. La città cambia faccia, appare più bella seppure priva di personalità e svuotata di tradizioni e culture locali. Bella senz’anima e forse quello che lasceremo davvero in eredità?

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