La città meteopatica

La “città meteopatica” di Varazze affronta una nuova sfida: la sua prosperità è direttamente influenzata dalle previsioni meteorologiche. In passato, si credeva che lo sviluppo delle seconde case avrebbe garantito una costante affluenza di visitatori, poiché i proprietari, dopo aver fatto considerevoli investimenti, sarebbero venuti a Varazze nei fine settimana e durante l’inverno, indipendentemente dalle condizioni climatiche, motivati dalla proprietà di un immobile destinato alle vacanze. Tuttavia, sembra che la realtà sia diversa.

Non si è verificato alcun prolungamento della stagione durante i periodi di bassa affluenza. Coloro che acquistano considerano le vacanze a Varazze come una scelta secondaria, preferendo soggiorni brevi piuttosto che lunghi periodi di permanenza. Calcolando il tempo di viaggio per giungere da oltre apennino anche i proprietari si muoveranno con le previsioni meteo in mano. Guardando il complesso residenziale della T1 e quello appena completato delle ex colonie bergamasche, con circa 100 unità immobiliari, si nota che solo 2 sembrano essere abitate durante l’inverno. Il resto si riempie solo quando già le altre case sono occupate e arrivano in massa i visitatori giornalieri.

In sostanza, l’espansione urbanistica continua senza sosta ma porta presenza effettive solo a ben determinate condizione meteo, con la disperazione degli imprenditori che vedono un’alta stagione estiva con numerosi dipendenti e una invernale con un calo significativo dell’occupazione. La saturazione di auto e persone nei mesi di maggio-agosto potrebbe diventare una realtà, portando a un’attività economica intensa ma anche a un turismo di bassa qualità, con un affollamento insostenibile.

Nonostante la costruzione di migliaia di nuovi appartamenti ottenuti dalla conversione di almeno 50 hotel, le infrastrutture stradali rimangono quelle degli anni ’60. Ad esempio, la zona Mola vedrà la conversione di tre grandi ex alberghi nel raggio di 300 metri, con il lancio sul mercato di centinaia di mono e bilocali, mentre le strade e i parcheggi pubblici rimarranno quelli degli anni ’70.

La città alla fine rimane quella che è: ha solo 2 strade che la attraversano e spazi minuscoli da destinare ai parcheggi rendendo l’atterraggio il sabato o la domenica come un’azione estrema.

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