Casa della Salute a Varazze. Franzone: ecco cosa accadde

Continuano le discussioni e le proposte dopo l’iniziativa dell’Associazione “Azione popolare”, sulla necessità di assicurare, anche a Varazze, un livello decente di cure primarie sanitarie, con l’istituzione di un servizio che in altri Comuni esiste da anni, e che possiamo riassumere con la parola “Casa salute” e servizi annessi. Sul tema interviene anche Franzone ex assessore che si dimise dalla scorsa Giunta per disaccordo proprio su questi temi. Riportiamo il suo intervento:
“Alla luce del dibattito sulla “Casa salute”, importante iniziativa assunta ieri da “Azione popolare”, vorrei fare alcune precisazioni in merito.
Non è del tutto vero che tutti i medici di famiglia erano d’ accordo sulla realizzazione della “casa della salute” nei locali delle ex Boschine. La spiegazione sta nel fatto che alcuni medici, in realtà, avevano già avviato l’iter per realizzare poliambulatori che ancora oggi funzionano; allo stesso tempo, occorre ricordare la forte opposizione anche da parte di alcuni titolari di farmacie, che con lo spostamento dei medici in zona Solaro si sarebbero viste potenzialmente penalizzate.
E’ anche vero, che da parte dell’ amministrazione comunale dell’epoca, non vi fu stato un comportamento lineare: il contenzioso con le Poste Italiane Spa poteva essere risolto molto prima, anche con un impegno economico inferiore, se si fosse creduto seriamente in questa alternativa. Invece, si è preferito dare priorità all’introito delle somme richieste alle stesse Poste Italiane.
Ma non è tutto qui.
Occorre ricordare anche, ad onor del vero, che nel periodo di trattativa con la società a capitale privato che avrebbe dovuto investire per la suddetta “casa della salute”, giunse dall’ufficio urbanistica del Comune, una proposta di realizzare un’operazione di “social housing” proprio in quella stessa struttura, creando ovviamente incertezza e segnali palesemente contraddittori da parte dell’ente comunale.
Un’ ultima considerazione infine, sull’ospedale di distretto, creato a suo tempo presso la struttura ospedaliera S. Caterina: questo è stato chiuso per mancanza di utilizzo in quanto i 10 posti messi a disposizione, non sono quasi mai stati utilizzati. Se è vero che in parte, il gestore li utilizzava per scopi diversi (se ci fosse stato un reale utilizzo non sarebbero stati tolti) forse, il vero il problema fu che il controllo medico su questi pazienti avrebbe dovuto poi essere effettuato dagli stessi medici di famiglia che ne richiedevano il ricovero.
Per chiudere: penso che se non ci sarà un vero cambiamento di mentalità unito a un intervento drastico della Regione Liguria, difficilmente Varazze avrà la tanto sbandierata ma poco sentita Casa della Salute, e che altri Comuni saranno pronti ad attuare in ottemperanza alle nuove disposizioni regionali sulla sanità.
Antonio Franzone
Già assessore alla sanità del Comune di Varazze.

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