La scelta del “one day tourism” è una delle scelte possibili nelle strategie del turismo.
Purtroppo per Varazze è una scelta a medio periodo, poco meno che suicida. E’ come uno che ha fame e mangia in un giorno per gli altri 5 successivi. Certo, d’accordo mangia ma dopo 12 ore avrà fame e dovrà stare a stecchetto per altre 4 giorni. Alla fine ci rimetti la ghirba.
Gli hotel sono vuoti. Pochissime stanze occupate, altro che raccolta di presenza dei cellulari…Tanta gente per ora a mangiare focaccia e aperitivi mordi e fuggi. Il bollettino meteo ti dice già se il prossimo fine settimana ci sarà gente o no.
Nessuno dice che non debba essere così. Il problema (suicida) è però che ci fermiamo lì. Non c’è altra strategia se non forse quella di perseguire la utile ma stra-usurata strategia del bike, dove oramai si buttano tutti e con molta più professionalità e soldi di quelli che ci sono a Varazze. Calma piatta purtroppo dettata dalla strategia del “Negroni e focaccia” che ci sta, ma che non può essere quella di Varazze.
E’ davvero la scelta giusta quella del pienone furioso (quando c’è) e poi della quiete dopo la tempesta? Alla lunga quali sono le conseguenze vere? E se anche la scelta del “one day tourism” fosse giusta, chi costruirà parcheggi da 2000 posti e allungherà le spiagge di 3 km? Chi costruirà parcheggi e corsie di autostrada?
Nessuno nonostante le sagre delle promesse elettorali già in corso (diffidate).
Puntare sulla quantità indiscriminata può dare la sensazione di “fare il pieno”. Invece non è così. Le conseguenze sono evidenti:
- dequalificazione della rete commerciale (evidente a chiunque)
- desertificazione delle strutture alberghiere che vanno in crisi (i numeri ufficiali lo dicono)
- stress ambientale e punte di inquinamento altissime (non ci sono centraline per “fortuna”…)
- qualità bassa con allontanamento automatico dei turisti stranieri e con più capacità di spesa (presenza stranieri in discesa dati ufficiali)
La permanenza media negli alberghi a Varazze è in totale contro tendenza rispetto a città turistiche vicine. I dati contano, quelli delle persone in carne, ossa e anima che vengono a Varazze e non quelli delle loro tracce GPS. E ci dicono che la gente viene e va via. Gli stranieri , quelli vengono sempre meno. Ci sarà un motivo o è solo colpa di belzebù che ci mette lo zampino?
Ecco facciamoci due domande per favore. E in tempo se possibile.
è il fallimento del vice sindaco nonchè assessore al turismo ?
risposta semplice e concisa, si assolutamente !!
sono d’accordo al 100% con lei, politica miope ed insufficiente ,neanche le tanto bistrattate amministrazioni degli anni 80-90 erano arrivati a tanto.
mi creda, tantissima gente la pensa come me, spero il prossimo anno varazze sia in grado di proporre una valida alternativa
Il vicesindaco ha fatto delle scelte. Su questo non posso imputargli nulla. Secondo me sono scelte impulsive che non portano molto a medio termine. Più che il mio parere che conta ben poco, purtroppo i numeri rischiano di essere impietosi. A meno che non si misuri tutti in kg. di focaccia venduta.