Come direbbe gente “che ci capisce” è un “asset fondamentale per la città”. I decisori pubblici avveduti sanno che darebbe un grande spazio per gli avvenimenti a Varazze, segnando una svolta decisiva per una città che non può pensare solo al metro quadrato, e sanno anche che la messa a norma e la gestione dell’immobile peserebbe (soprattuto per il recupero) milioni di euro.
Passano i mesi e gli anni e il proprietario, ovvero la SIAE, la società che gestisce il patrimonio degli editori ha già detto chiaro e tondo che vuole disfarsene perché allo stato attuale è solo un debito a bilancio.
Così si accavallano le voci in città e non solo che annunciano una vendita a privati per operazioni immobiliari di lusso ben sapendo però che il bene è sicuramente tutelato e dunque difficilmente modificabile in appartamenti (il solo pensiero fa rabbrividire).
L’ex sindaco e consigliere regionale Bozzano annunciò alcuni mesi fa un interessamento per evitare che il bene finisca a privati.
Le strade ci sono senz’altro per un Comune che “macina” utili e non sa alla fine bene cosa farne.
Erano strade per ottenere finanziamenti ad hoc (che ci sono se si cercano) anche per l’acquisto ma occorre una volontà politica precisa e soprattutto fermezza e decisione. Tergiversare, rimandando all’infinito delle decisioni e una iniziativa concreta (anche con la Regione Liguria che potrebbe essere partner del Comune di fronte a una proposta seria e ben congeniata) non fa che consegnare l’immobile al rischio di ulteriore depauperamento e incuria.
Forse è venuto davvero il momento di prendere la questione a due mani e affrontarla. Anche da questo deriverà il giudizio su questa Amministrazione da parte dei cittadini.
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