Casanova: carote ma non subito. La dura legge dei soldi e della spazzatura

Giovedi sera si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale e alcuni abitanti di Casanova, in piazza.  L’obiettivo era improbo. Ovvero spiegare che la discarica non solo non ha chiuso come promesso e scritto nero su bianco sul programma depositato in Comune, ma che per alcuni anni andranno avanti sversamenti di pattumiera genovese con enormi camion della scalcagnata AMIU che scorrazzeranno per le vie del centro e di Casanova. Tutto questo,  perché dei “cattivoni”in provincia,  avrebbero indicato la Ramognina (che ricordo è di proprietà comunale ma gestita da sempre da privati) come discarica qualificata per ricevere la rumenta genovese; questa almeno la principale motivazione prospettata.

A condire le buone notizie l’annuncio che presto i varazzini avranno, un giorno dopo le elezioni, il piacere di godere dell’addizione IRPEF ovvero altre tasse in più.

In cambio? Un pò di asfalto fresco. E forse in data da venire un paio di telecamere.

Beh, direi che il bilancio non è entusiasmante e i casanovini ne abbiano da riflettere. Dure queste considerazioni? No, bisogna scrivere la verità.

La verità è che fino a 4 anni fa in Comune, non si sapeva neppure quanto costava la discarica con esattezza, ovvero sommando tutti i dati diretti e indiretti che la riguardavano e, che facendolo,  si è arrivati a fare lo stesso ragionamento a breve respiro che si è sempre fatto: “mi porta dei soldi cash …perché dovrei chiuderla?”. Poi facendo i conti, si è capito che porta soldi ma che nei prossimi anni costerà alla Comunità molti milioni perché la scelta di fondo è stata sulla discarica con cui  dividere gli utili degli anni d’oro tra gestori e Comune e lasciare alla generazione successiva i conti da pagare, ovvero la gestione post chiusura che costerà moltissimi milioni. Una beffa.

Chiudere la discarica nel 2018 come da me chiesto e ottenuto con la iscrizione sul programma ufficiale e contro firmato dal sindaco prima delle elezioni,  voleva dire programmare la chiusura con 4 anni di anticipo, razionalizzando le spese, programmando una politica moderna, definendo i rapporti con il gestore con chiarezza.

Si è preferito invece e scientemente, lasciare che le cose andassero…sapendo dove sarebbero andate. Ovvero, verso un necessario e obbligatorio accordo per la gestione del rifiuto con il gestore attuale (che nel frattempo piange miseria) e a una prevedibilissima contesa sempre tra gestore e Comune, che non cambierà nulla se non per l’esito di prolungare lo stato attuale.

Il tutto per avere soldi da spendere, soldi correnti sul bilancio. Su un bilancio potenzialmente buono, afflitto però da spese molto discutibili con un controllo di gestione datato, si innesca una logica anni ’70, con investimenti pre-elettorali che mirano a un consenso facile. Secondo me queste logiche lasciano oggi, con il cambiare dei tempi, il tempo che trovano.  Non basta, come sarà in questi mesi, la sagra dei nastri tagliati a partire da piazza Dante, costata una cifra assurda (soldi dei cittadini) o un pò di asfalto a Casanova, per capire che la musica è davvero cambiata.

Purtroppo, non è cambiata per la non adeguatezza del Sindaco, che porta avanti a mio parere, una gestione datata, arretrata strategicamente, di corto respiro, che gioca partite politiche tutte sue ma che non possono passare sulla testa dei varazzini o casanovini.

Poi come sempre la gente deciderà con la propria testa.

 

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