Balneari: la presa per i fondelli (sperando che se ne accorgano)

I balneari sono stati oggettivamente portati a spasso per anni da legali e presunti esprti di vario genere che spiegavano in assemblee, convegni, conferenze e articoli vari, come fosse impossibile che la UE potesse imporre l’applicazione di gare pubbliche per l’assegnazione delle concessione demaniali e dei bagni marini in particolare.

Alcuni docenti e giuristi e nel mio piccolo da docente di diritto pubblico dell’economia anche io su questo modesto sito, spiegarono in modo pacato e lontano da interessi politici, che era del tutto improbabile che le concessioni , come promettevano con mano sul fuoco alcuni che nel frattempo facevano mambassa di consenso tra i titolari di bagni marini, potessero essere prolungate al 2032.

Non solo, fu chiaro fin dal primo momento che forzature di alcune Regioni e Comuni per concedere prolungamenti al 2032 delle concessioni erano illegittime e sarebbero crollate , come avvenne puntualmente davanti al Consiglio di Stato o a qualunque altro organo giurisdizionale chiamato in causa.

Ora si è trovato un altro inghippo per perdere tempo e portare a spasso imprenditori sicuramente in buona fede ma che dovrebbero pretendere più serietà: “siccome non è stato fatto il censimento, non è possibile stabilire se una zona di spiaggia è un bene scarso. E siccome non è possibile stabilirlo, dunque non può essere considerato bene scarso e perciò non è assoggettabile agli obblighi stabiliti dalla Bolkenstein”

Tesi curiosa quanto bislacca. Una roba del genere, giuridicamente parlando e a maggior ragione nel diritto pubblico dell’economia può fare solo sorridere o piangere. Nel senso che non solo non sta in piedi ma probabilmente se la causa si discutesse davanti a una corte americana il giudice condannerebbe la parte ricorrente per oltreggio alla corte.

Una perdita di tempo.

Soluzioni? Quella che alcuni ripetono da molto tempo: anziche attaccarsi a gabole improbabili, si cerchi di fare delle gare oneste, equilibrate, che tengano conto della specificità dei titolari talvolta aziende famigliari che è giusto che possano ovviamente non in modo eterno, continuare le attività.

Quello dovrebbe essere il tema di confronto serio e di trattattiva con la UE piuttosto che perdere tempo.

Questo è piaccia o non piaccia. Poi se si vuole credere alle favole sia. Dalla parti di Bruxelles ladri o no, non ci credono da un pò e procederanno per lal oro strada a meno che non si avvi un dialogo, come voleva fare Draghi, sulla tipologia di gara e sulle clausole di slavaguardia per alcune tipologie di soggetti.

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