Pale eoliche. Sì, ma con attenzione..
Pale eoliche. Si ma con attenzione…. Non sono contrario in assoluto. Sono però contrario alle storie che raccontano per fare il pieno di soldi. Varazze […]
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IL PICCOLO RECORD DI VARAZZE Dal 1° gennaio Varazze è il luogo più piovoso della Liguria. Un record momentaneo e anomalo ma sicuramente curioso. Ciò […]
Anche a Varazze, con l’arrivo della telefonia mobile fu una valanga. Ancorap ochi anni fa vi furono comitati di protesta ovunque contro le antenne ripetitori […]
Nelle prossime settimane molto probabilmente non vi sarà più una redazione locale de La Stampa e una de Il Secolo XIX con i corrispettivi corrispondenti […]
Il nostro “IV Novembre”. Un nuovo monumento degno dei 111 uomini (e ragazzi) varazzini morti nella Grande Guerra
Se qualcosa ha insegnato questo lungo ponte festivo baciato da temperature record è che in futuro la domanda di bi e monolocali a Varazze sarà […]
Esattamente 4 anni fa si abbatté anche a Varazze una tempesta che equivaleva per caratteristiche meteo marine a un uragano di Forza 2 oceanico! Chi […]
KM 28.762 metri LO STRANO DESTINO DI VARAZZE
Città strana Varazze. Troppo lontana da essere parte integrata della piattaforma economica “Genova” e troppo defilata per essere parte integrante della provincia di Savona che da sempre è decentrata verso ponente. Le rimaneva potenzialmente la possibilità di essere una sorta di capoluogo della “terra di nessuno” che poi “di nessuno” non era essendo un comprensorio di ben oltre 50.000 residenti compresi tra Savona e Genova. Ma quest’ambizione non è mai davvero decollata per molti motivi.
Se negli anni ’70 e ’80 in qualche modo era punto di riferimento tra i due capoluoghi, con il passare degli anni la città si è rinchiusa progressivamente in sé stessa, auto riducendosi lo spazio di azione ad una presenza – per altro sempre più ridotta – nel turismo del ponente ligure. Cancellate le industrie, il turismo di accoglienza (al netto business seconde case degli ultimi 15 anni) ci ha ridotto a pesare turisticamente parlando la metà di Pietra Ligure o un quarto di Alassio.
Punto fisso dei treni a lunga percorrenza, oggi e punto fisso dei soli treni locali con pochissime eccezioni, parificata a tutte le altre stazioni minori. La viabilità è quella di 70 anni fa con le strade statali verso l’interno sostanzialmente abbandonate. Nessun ufficio periferico tranne un distaccamento dei VV.FF che da 20 anni è in procinto di essere attivato.
A dire la verità di comprensoriale una cosa c’è stata ed è stata la discarica, il grande “buco nero” amministrativo della città degli ultimi 30 anni e i cui attori ancora oggi ritengono di essere importanti stakeholder della città. Per la Sanità la città ha rinunciato recentemente (non si è mai capita di chi sia stata la decisione) a qualunque ragionevole richiesta di ospitare almeno un ospedale di Comunità ed è sostanzialmente abbandonata ai servizi di trasporto di emergenza. In estate oltre 50.000 persone dipendono sostanzialmente e quasi esclusivamente dalle ambulanze.
Una macchina comunale, nonostante la grande volontà di alcun soggetti che danno l’anima, assolutamente vetusta e arretrata e la difficoltà ad “attirare” personale in mobilità da altre Amministrazioni parlano piuttosto chiaro. Un calo demografico ancora più marcato, se possibile ma lo è, dei Comuni analoghi. Insomma una città che al di là degli scintillii e le effervescenza immobiliari, e di qualche evento estivo, fatica tremendamente a ritrovarsi o a definire una direzione e una identità.
Il rischio è di perpetrare una “non città”, priva di ogni anima culturale, sociale e morale: un semplice agglomerato di dimoranti magari part time, che verosimilmente dimenticheranno in fretta anche il nome di Santa Caterina o dei cantieri Baglietto (già svenduti) se mai fosse un problema.
Quelle telecamere che continuano a non esserci…
Tanti i post anche su questo sito in questi anni sulla rete moderna e diffusa di telecamere che da 8 anni è stata promessa e mai vista. Troviamo ancora oggi tante telecamere appese ai pali qua e là ma sappiamo tutti che non sono funzionanti.
E purtroppo lo sa anche chi di questa mancanza non più sostenibile si serve per fare danni o peggio.
Creare una rete capillare di controllo era una priorità non solo per la sicurezza e fu stabilita 8 anni fa. Lo scrissi materialmente io sul programma della prima “Essere Varazze” ma ad oggi è e rimane lettera morta.
Nell’indifferenza (e nei danni) assoluta.
Evidentemente nulla tange, tutto va bene.
Il processo di de-invernalizzazione a Varazze
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