Rubrica gli “inguardabili”: cosa c’è di brutto

Inguardabili. Con oggi iniziamo una nuova rubrica: si tratta degli “inguardabili” ovvero di opere che esteticamente, secondo noi,  rendono sempre a nostro personale giudizio, la città  meno bella di quello che potrebbe essere. E non sono quisquilie perchè una città che vuole essere turistica ha il dovere di essere bella. Varazze parte da una posizione di grande vantaggio, per la collocazione geografica, per l’accettabilità complessiva di uno sviluppo che tutto sommato, anche se in corner, l’ha resa piacevole. Certo non ha un grande centro storico e neppure particolarmente curato (pensiamo a Loano, Finale Ligure, Celle Ligure), tuttavia mantiene una certa piacevolezza nonostante gli sforzi anche recenti per renderla simile ad una città di qualche tristissima periferia di pianura.

Eh sì, perchè i tentativi sono stati e sono molteplici. Il brutto, il controsenso storico prima ancora che estetico e urbanistico è in agguato e con la dispersione della cultura e l’imperare degli smarthphone anche nelle Commissioni edilizie comunali, il rischio è davvero alto. Per non parlare della scomparsa, spesso, ma non sempre per fortuna, del senso della misura e dalla storia che nel bene o nel male ci “perseguita” da 2000 anni. Il problema vero è che chi lotta per il bello e l’amonia della propria città passa per un bacchettone rintronato con tanto di papillon. E il problema invece è proprio lì. Perchè quelli che lo pensano (magari negli studi casalinghi di architettura o negli uffici tecnici comunali) fanno un errore madornale. Tuttavia l’errore più grave lo fanno coloro che hanno il dovere di vedere un poco più in là della singola autorizzazione edilizia: perchè se non capiscono che il mantenimento della bellezza di un luogo è anche denaro sonante, allora non hanno davvero capito nulla. Se non capiscono che mantenere un luogo “bello” esteticamente, significa andare oltre il boom del momento delle focaccerie e avere un elemento non imitabile e non risproducibile, dunque unico, allora ancora una volta sono dei ammazza-economia.

E’ quello che ci si deve aspettare da chi governa anche una città: sapere dire dei “no” e dei “si” guardando un pò più avanti, anche al di là dello spazio di una generazione.

Alcune delle brutture in alcuni casi sono eredità di autorizzazioni di qualche anno fa che vengono a “galla”, ovvero realizzate dopo qualche anno. Tuttavia alcuni, lecitamente, in certi casi, si chiedono dove era la Commissione edilizia o per lo meno cosa pensava delle qualità estetiche o di contesto dell’opera approvato. Il problema è che si rimane senza risposta. Varazze ha recentemente emesso un bando per il “piano colore” degli edifici. Bene, è un primo passo ma non basta.

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