
Colle di San Donato 22 luglio: festa medioevale


Sabato 22 luglio 1043
Colle del Parasio, Sagrato della chiesa di San Michele e San Donato
Nell’agosto del 1043 la nuova dimora sulla collina di Tasca in Varagine è terminata e il Marchese Ugone il Grande degli Aleramici è pronto a trasferirvisi con la sua famiglia e il ricco seguito che sempre lo accompagna; da lì potrà scrutare più da vicino il mare e tenere d’occhio i cantieri navali posti sulla rena che negli ultimi anni erano cresciuti a dismisura, allestendo ogni tipo di imbarcazione per tutti i casati importanti d’Europa.
Il Castello della collina del Parasio, il Castrum Veteris, una delle sedi del vasto impero che gli Aleramici governano è la concreta testimonianza di una grande storia che ha attraversato i secoli e aveva ospitato i Marchesi in tante occasioni: ultimi nobili inquilini delle mura che avevano visto i fasti dell’Impero romano, poi la presenza della delegazione Bizantina e infine l’insediamento Longobardo.
Era stato il padre di Ugone il Grande, Anselmo II, figlio di Anselmo I e nipote di Aleramo a volere che il Borgo sul mare diventasse finalmente il centro pulsante del centro ligure, in grado di svilupparsi attorno ai suoi cantieri, le sue attività economiche, la sua chiesa e il Castello Nuovo.
Ugone il Grande da tre settimane si trovava nel Comitato savonese e aveva ormai preso atto che gli uomini di Savona accettavano ancora il dominio marchesale, ma si stavano emancipando e lo riconoscevano a condizione che i Marchesi riconoscessero a loro volta autonomia e privilegi non solo agli “homines maiores” abitanti del Castello, ma anche a tutti i cittadini nel borgo. Conosceva il testo del Giuramento che, da lì a poco tempo, sarebbe stato reso ufficiale e valido, segnando così l’inevitabile decadenza del marchesato e l’affermazione dell’indipendenza della comunità savonese
Ugone il Grande sentiva che stava per finire un’epoca: aveva assunto la carica di Marchese ed era venuto in pieno possesso dei titoli marchionali, ma i fatti che si stavano svolgendo a Savona gli facevano presagire quello che inevitabilmente sarebbe accaduto anche a Varagine e in tanti altri centri del Comitato Savonese: lo smembramento della Marca Aleramica e la nascita dei liberi Comuni, …
La nostalgia stava per assalirlo nel momento dell’abbandono dell’antica dimora nel luogo storico del Parasio, ma fu un attimo: in fondo quella era una festa e attorno tutti i convenuti erano contenti e sorridenti.
Nobili e villani, chierici e laici gustavano gli spettacoli che al centro del sagrato offrivano armigeri, falconieri, saltimbanchi, giocolieri e giullari.
Ugone il Grande finalmente sorrise e fece cenno al suo Araldo di dare lettura dell’editto che il Notaio di corte aveva preparato.
Preceduto dal rullo di tamburi e dal suono della chiarine, nel silenzio totale, ritto in piedi e con voce stentorea, l’Araldo diede dunque lettura della pergamena che stringeva fra le mani:
“Io, Ugone il Grande, figlio di Anselmo II, nipote di Anselmo I e pronipote del Marchese Aleramo dico e dispongo quanto segue.
Lascio il Colle del Parasio e il Castello Vecchio che per tanto tempo ha ospitato degnamente la mia famiglia e mi trasferisco nel Castello Nuovo della Collina di Tasca in Varagine, ma con questo preciso legato:
la sommità del Colle e tutto quanto è compreso all’interno della grande cinta muraria difensiva, terreno, edifici, compreso l’edificio religioso, dovrà rimanere in perpetuo di proprietà, uso e godimento dell’intera Comunità di Varagine.
Per nessuna ragione, né per violenza, denaro, frode o inganno i cittadini di Varagine potranno essere privati di questo bene e, se lo vorranno, potranno issare sul colle o negli edifici, le insegne che li rappresentano.
Così dispongo e ordino.
Colle del Parasio di Varagine, 8 agosto 1043
Ugone il Grande
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